AYURVEDA

L’AYURVEDA E LA MENTE

“Secondo le Acharya la mente di una persona si qualifica
sulla base del tipo di azione da essa ripetuta;
questo perché tale qualità sarà in essa predominante”1

MENTE E YOGA

Nella cultura vedica si trovano anche gli stessi principi di quella branca della medicina recente che noi indichiamo come medicina psicosomatica; l’Ayurveda conosceva l’intima correlazione esistente tra mente e corpo, tra salute fisica e mentale.
Già dai precedenti paragrafi si capisce l’importanza che questa medicina pone nel soggetto inteso nella sua totalità e l’attenzione che viene rivolta alla prevenzione più che alla cura, l’Ayurveda è infatti più cura per prevenire, che cura per risolvere.
La stessa pratica dello yoga è l’esempio di una forma di prevenzione della malattia; prevenzione che promuove l’adeguato sviluppo dei valori fisici da condursi parallelamente all’incremento delle facoltà mentali.
Sri Krishna dice:
“quando la mente, l’intelletto e l’io (ahamkara) di un uomo sono sotto controllo, liberati dall’inquieto desiderio, così da riposare nello spirito, questi diventa uno Yukta (uomo in comunione con Dio). Una lampada non tremola quando non soffiano venti; così è per una yogi (colui che segue il cammino dello yoga) che controlla la sua mente, il suo intelletto e il suo io…”
”Quando la pratica dello Yoga placa l’agitazione della mente, dell’intelletto e dell’io, lo yogi trova completo appagamento. Così conosce l’eterna gioia che è al di là del confine dei sensi e che la ragione non può affermare. Rimane in questa realtà e non si allontana da essa.”
”Colui che lo ha capito, non può essere toccato dalle maggiori sventure. Questo è il vero significato di Yoga: una liberazione dal contatto col il dolore e con la sventura”2
E ancora:
“Lo Yoga non è per chi mangia con troppa ingordigia, né per chi muore di fame. Non è per chi dorme troppo, nè per chi sta sveglio. Lo yoga distrugge ogni dolore e pena con la moderazione nel mangiare e nel riposare, regolando le attività ed armonizzando il dormire e il vegliare”.3
Patanjali, nella sua opera classica Yoga Sutra4, descrive lo Yoga come “chitta vrtti nirodhah” che viene tradotto5 come una concentrazione che limita le modifiche della mente (chitta) o come una repressione (nirodhah) del tentennamento (vrtti) dei sensi (chitta).
Lo yoga è dunque il metodo indicato dalla filosofia vedica per calmare la mente inquieta e per dirigere l’energia vitale in canali costruttivi; esso , pur essendo un sistema filosofico, è anche una chiara testimonianza pratica lasciataci dagli antichi per la cura dell’anima; in Occidente lo si identifica spesso come una ginnastica: l’hata yoga, scambiando così una parte per il tutto.

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[1] Charaka Samhita Cap.8.6 – Acharya (in Filliozat, 1964): termine che indica un maestro spirituale.